Putin, pronti a fornire vaccino a Paesi che ne hanno bisogno. La Russia è pronta a fornire il suo vaccino sperimentale Sputnik V contro il Covid-19 ai Paesi che ne hanno bisogno.
Lo ha affermato il presidente russo Vladimir Putin nel corso di un vertice del G20 in teleconferenza. Lo riporta la Tass. “La Russia sostiene la bozza della decisione chiave di questo vertice, che mira a rendere accessibili a tutti i vaccini efficaci e sicuri”, ha detto Putin.
“I prodotti per l’immunizzazione devono essere beni pubblici comuni”, ha dichiarato il leader del Cremlino precisando che “la Russia ovviamente è pronta a fornire ai Paesi che hanno bisogno i vaccini sviluppati dagli scienziati russi”.
Come funziona la sperimentazione clinica di un vaccino
Nonostante la forte pressione esercitata dalla pandemia di COVID-19, e la speranza che ognuno di noi ripone nella ricerca scientifica, il futuro utilizzo di un vaccino deve essere necessariamente preceduto da studi rigorosi che richiedono il tempo necessario per valutarne l’efficacia e la sicurezza.
Inizialmente la ricerca ha inizio con la valutazione in vitro delle componenti dell’agente che andrà a costituire la componente attiva del vaccino.
Una volta definito questo aspetto ha inizio la cosiddetta fase preclinica in cui è testata la risposta immunitaria e/o i meccanismi avversi su organismi viventi complessi non umani.
Superata questa fase ha inizio la vera e propria sperimentazione clinica sull’uomo, che normalmente inizia dopo circa 2-5 anni dalle iniziali ricerche sulla risposta immunitaria, cui seguono altri 2 anni di prove pre-cliniche che coinvolgono la sperimentazione animale.
La sperimentazione clinica si realizza in 3 fasi, in base al modello sperimentale adottato; la quantità di componente somministrata; e la numerosità del campione di popolazione coinvolta.
Le tre fasi
Fase I: prima somministrazione del vaccino sull’uomo per valutare la tollerabilità e la sicurezza del prodotto (il numero dei soggetti coinvolti è molto ridotto).
II Fase: se la fase I ha mostrato risultati positivi, il vaccino è somministrato ad un numero maggiore di soggetti (sempre esiguo); per valutare la risposta immunitaria prodotta, la tollerabilità, la sicurezza e definire le dosi e i protocolli di somministrazione più adeguati.
Fase III: se la fase II ha mostrato risultati soddisfacenti; il vaccino è somministrato a un numero elevato di persone allo scopo di valutarne la reale funzione preventiva.
Se tutte le fasi hanno dato esito positivo, il vaccino è registrato e si procede alla produzione e distribuzione su larga scala.